Lo stress è stato studiato nel corso del XX secolo da Hans Selye, un endocrinologo austriaco residente in Canada.
Negli anni '50 è stato definito come l'insieme delle reazioni fisiche e psicologiche messe in moto dall'organismo per adattarsi a un evento.
Questa definizione è stata perfezionata negli anni '70, quando si è scoperto che qualsiasi evento scatena una risposta specifica dell'organismo, ma anche una risposta non specifica di fondo: la Sindrome Generale di Adattamento, composta da una fase di allerta, una fase di resistenza e una fase di esaurimento.
Questo è il ramo "ortosimpatico" del sistema nervoso autonomo (aumento del ritmo respiratorio e cardiaco, tensione muscolare, assunzione di energia), responsabile dell'adattamento allo stress. Al contrario, la via "parasimpatica" è quella del rilassamento.
Non tutti gli stress sono uguali: uno "stress buono" non dà luogo a fasi di resistenza o di esaurimento, ma la risposta aspecifica dell'organismo inizia allo stesso modo che nel caso di uno stress meno positivo. A "stress negativo" ha un impatto nel tempo, verso l'insorgenza di uno stress cronico.
"Combatti o fuggi", Hans Selye
Le fasi della Sindrome Generale di Adattamento corrispondono a variazioni ormonali
un picco di adrenalina in risposta a uno shock nella fase di allerta;
alti livelli di cortisolo durante la fase di resistenza, con conseguente aumento della glicemia, dei trigliceridi e del colesterolo;
il crollo di tutte le secrezioni ormonali nella fase di esaurimento.
I sintomi dello stress sono molti e vari, ma portano sempre a un indebolimento del sistema immunitario.
Ecco alcuni casi particolari: lo stress post-traumatico segue un incidente, un'aggressione o un disastro, mentre il burn-out è caratterizzato da un esaurimento fisico e psicologico dovuto a un'esposizione prolungata allo stress.
In generale, le reazioni fisiologiche legate allo stress possono essere suddivise in 2 blocchi: